Matteo Anesi, classe 1984 e residente a Baselga di Piné, sfrutta la vicinanza dell’Ice Rink per dedicarsi al pattinaggio su ghiaccio di velocità, in particolare sulle distanze 1500, 5000 e inseguimento a squadre.

Proprio in quest’ultima disciplina ha ottenuto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Torino 2006 nel terzetto formato anche da Enrico Fabris e Ippolito Sanfratello. Tesserato con il gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, conclusa la carriera dopo le Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014, attualmente è tecnico delle specialità sprint della Nazionale e vice-allenatore di quelle di distanza.

“All’epoca di Torino 2006 ero “piccolino”, avevo 21 anni e non capivo bene cosa mi stesse accadendo in quei momenti. Ho affrontato le Olimpiadi con la leggerezza che contraddistingue i giovani, con poca esperienza ma ben consapevole della forza della squadra. L’entusiasmo intorno mi ha travolto in maniera positiva. Dopo la vittoria sull’Olanda nei quarti di finale abbiamo vissuto un’attenzione inimmaginabile: lo stadio pieno e con le bandiere tricolori che sventolavano sono tutte cose che normalmente non accadono nel mondo del pattinaggio se non in qualche raro caso. Invece l’impianto di Torino era un tripudio di bandiere e tifo caloroso. Tanto in semifinale quanto in finale abbiamo chiaramente sentito il boato provenire dagli spalti non appena il pubblico si è accorto che eravamo in vantaggio sugli avversari. Una cosa unica che non ero abituato a vivere e ha dato a me e alla squadra una carica e una forza incredibile. Il mio ricordo indelebile è il momento della premiazione. Piazza San Carlo a Torino era gremita, si è creata un’atmosfera unica, incredibile, che non ho più rivissuto. Io vivevo una grande euforia per la cosa, ma la gioia e l’entusiasmo erano ancora più grandi, perché i miei compagni di squadra erano ben più grandi di me ed erano molto emozionati”.